Il problema delle tasse sul turismo, o meglio sul turista, è un problema comune in un momento di crisi, quando gli enti pubblici devono trovare risorse aggiuntive. Che sia l’imposta di soggiorno come in Italia o la APD (Air Passenger Duty) come in Inghilterra – ma anche in Italia sebbene passata più inosservata – la tassazione sul viaggiatore crea preoccupazione negli operatori. Il 97% degli intervistati si dichiara preoccupato. Per il 17% è la preoccupazione principale e per un terzo una preoccupazione importante. Il 40% circa degli operatori è convinto che meno della metà delle imposta raccolte sarà reinvestito nel settore e il il 17% è ancora più pessimista, ipotizzando nessun ritorno.
La preoccupazione degli operatori, in particolare quelli inglesi, è giustificata: il 44% di chi ha viaggiato nel 2012 afferma che la crescita delle tasse aeroportuali e in generale dell’imposizione sul turista porterà ad una diminuzione dei loro viaggi all’estero. La visione non è positiva considerato che il 76% pensa ad un ulteriore aumento.
Nonostante le paure i dati di alcuni paesi che hanno aumentato le tasse sul turismo non confermano le paure. In Spagna, dove oltre ad aumentare le tasse aeroportuali è cresciuta l’IVA dal 8% al 10%, gli arrivi nel 2012 sono aumentati del 3,6%, ma bisognerà aspettare il 2013 per avere un panorama più chiaro, dato che quest’anno il maggior costo è stato assorbito dagli operatori.